domenica 12 aprile 2015

Venerdì 10 aprile 2015 - Fiorenzuola di Focara

Tornando in auto da Pesaro ho scelto di percorrere tutta la strada Panoramica, in mezzo alla natura del parco di San Bartolo. Arrivato a Fiorenzuola, vista la giornata niente male, mi sono detto: perché non fare, oggi e qui, un bel giretto a piedi? Ok, detto fatto: son partito alle 12 dal paese in alto per la discesa fino alla spiaggia (nonostante fosse interdetta anche ai pedoni per la presenza di una frana), con continuazione poi sui sassi vicino all'acqua in direzione di Pesaro. L'intenzione era di risalire dopo 2 km circa all'altezza del camping Panorama, come avevo già fatto altre volte e compiere così un percorso totale di 5-6 Km. Queste erano le intenzioni, ma a causa dei tanti smottamenti presenti sulla falesia non ho individuato il sentiero di risalita giusto. Anzi, non ho proprio visto nessun sentiero, per cui ho di fatto raddoppiato la distanza che mi ero proposto di fare e mi sono trovato senza accorgermi quasi vicino a Pesaro. Questo avvicinarmi non voluto al centro abitato è potuto avvenire perché le curve della falesia impediscono di vedere in lontananza per lunghi tratti, per cui non esistono o quasi contatti visivi utili a regolarsi in tal senso. I dubbi naturalmente mi erano venuti da un po', considerato che stavo camminando tanto. Quando mi son reso conto del misfatto ho evitato però di giungere alla città per non immergermi in acqua, dato che vicino a Pesaro ci sono una trentina di metri non superabili diversamente. Sono quindi risalito da un lungo sentiero mai fatto prima, con molti tratti ripidi ed impegnativi superabili senza troppi drammi solo con l'aiuto di corde presenti in loco. Raggiunta la strada più o meno a Marina Alta, sono tornato all'auto dopo circa 6 km di asfalto nel verde di San Bartolo, evitando, per stanchezza, altri sentieri magari più corti però anche più impegnativi.

Camminare sui sassi della panoramica fa sentire immersi in un tutto naturale pulsante, vivo e in costante evoluzione. Sotto i piedi si snoda, tra Gabicce e Pesaro, un fantastico percorso equilibristico di 13 km di pietre levigate di peso variabile da pochi grammi ad alcune tonnellate. Sassi dalle dimensioni e forme varie e spesso bizzarre, sulle quali si infrangono rumorosamente le onde del mare, che qui par giungano solo per questo dal lontano orizzonte. Mentre in alto non lésina niente di sè il cielo infinito, che l'alta e ripida falesia riesce comunque a delimitare alla vista su un lato, con il proprio verde e le proprie ferite sempre fresche di erosione e smottamenti. Qui ogni cosa nei propri tempi si muove e si modifica: il mare, il cielo, la terra, persino i sassi in questo luogo sono nel pieno della loro lenta e naturale trasformazione fisica. Così pure il verde incontaminato e spontaneo, che segue il terreno, le stagioni, la luce ed il vento salso. Tutto si trasforma e questo si percepisce con chiara evidenza: nulla è univocamente definito, sia esso organico o inorganico. Neppure il corpo di chi ci cammina, il quale oltre a muoversi come in ogni altra occasione, qui dialoga intensamente in forme inusuali, e spesso assolutamente inedite, con l'equilibrio, la vista, l'udito e tutti i sensi restanti, facendo di questa escursione una delle esperienze intimamente più appaganti che esistano. Una estensione dei sensi.

Totale 14 km ca.