sabato 12 dicembre 2015

Venerdì 11 dicembre 2015 - Pennabilli

Arrivato a Pennabilli in auto, in realtà non ho percorso tanta strada a piedi, per cui non avrebbe neanche senso parlarne. Però nelle mie intenzioni è stato un giro di perlustrazione per familiarizzare col luogo e trovare ispirazione per qualche nuovo itinerario montano. Il senso, se ne ha avuto, va cercato in questo.

Ho, in definitiva, girato il paese ciondolando a mò di turista. Ho parcheggiato davanti alla sede comunale ed all'edificio dove si svolge l'annuale Fiera dell'Antiquariato. Sono finalmente salito su entrambe le rupi (dov'erano i castelli Penna e Billi) e per salire sulla cima più elevata ho attraversato la stradina dentro il monastero (che poi se non erro è una parte dell'ex castello di Billi). Ma mi sono "buttato" (non direttamente dalla rupe, perché è troppo alta!!...) inizialmente sulle cose di cui avevo sentito molto parlare ma non avevo ancora avuto l'occasione di vedere, come l'"Orto dei frutti dimenticati" di Tonino Guerra, sotto Billi, e le campane tibetane inaugurate non tanti anni fa dal Dalai Lama, sopra Penna.
In paese ho visto anche dov'è stato spostato il Museo di Storia del Calcolo che prima era ubicato nella vicina frazione di Ponte Messa ed ora è nei pressi della piazza principale vicino all'ingresso del "Giardino dei frutti dimenticati". Ho incrociato il vescovado (Pennabilli è sede vescovile) ed il Museo Arcivescovile. Ma ho individuato anche dov'è il Museo Tonino Guerra, ed ho visitato durante il mio percorso pure alcune installazioni del Museo diffuso "I luoghi dell'Anima" ideate sempre dallo stesso sceneggiatore e poeta santarcangiolese e sparse per tutto il paese, come Via delle Madonne dimenticate, Via dei Pensieri Sospesi, l'Angelo coi Baffi, il Santuario dei Pensieri, ecc..

Bellissima la vista a valle dalla rupe più alta. A destra il Carpegna con la cima ancora striata di neve. Davanti, in lontananza, il cono di Maiolo ed il ventaglio del monte di Perticara che par che tendano i due capi dell'amaca a fondovalle su cui Novafeltria è sdraiata beatamente. Ancora oltre, se il cielo fosse stato limpido, probabilmente si sarebbe visto il mare.
Su Penna, invece, volgendosi verso monte, in un punto indicato da apposita segnalazione del progetto "Montefeltro Vedute Rinascimentali", da ammirare il panorama che alcuni recenti studi ritengono possa rappresentare addirittura lo sfondo dipinto nella Gioconda di Leonardo.






Totale (solo) 2 Km ca.

mercoledì 9 dicembre 2015

Mercoledì 9 dicembre 2015 - Casa -> San Marino

Partenza da casa alle ore 10,30. Percorse tutte le coste di Sgrigna a partire dall'incrocio con S. Lorenzo a Monte, raggiunto passando per i Padulli. La camminata, realizzata interamente rimanendo sulla sinistra della carreggiata, mi è risultata agevole, probabilmente per via della perfetta conoscenza dell'intero tragitto (fatto milioni di volte sia in auto che - un po' meno - in bici). Unico problema il superamento di molti tornanti per il semplice fatto che rimanendo sulla sinistra quando anche la curva viene da sinistra, chi percorre la strada in automobile verso di te, non ti vede e, non essendoci (spesso) spazio per i pedoni a lato della strada, il tutto può tramutarsi in un problema molto serio. Quindi attenzione massima in questi punti per valutare gli accorgimenti migliori per superarli in sicurezza, ad es. passando per tempo sulla destra o rimanendo appiccicati di profilo al bordo della strada sfruttando ogni piccolo spazio disponibile per distanziarsi dalla carreggiata sfruttabile dalle auto. Purtroppo molti utilizzano queste strade per fare della guida corsaiola e non è raro vedere superare una curva in velocità lisciando il pelo al bordo strada e trasformando la eventuale passeggiata dei pedoni in una roulette russa. Comunque, anche per via del limitato traffico, sotto questo punto di vista durante tutta la giornata per fortuna non si sono verificate situazioni pericolose.

Lungo il percorso, come sempre accade quando si va a piedi, ho potuto osservare meglio ogni cosa, com'era nel mio intento. Per esempio, poco dopo San Paolo, la casa colonica con belle colonne circolari in laterizio nel semiportico. Oppure la casa neogotica tra Verucchio e Ventoso in cui abitò all'inizio del '900 la scultrice Elena Fattori. Fu lei a realizzare le stupende grandi formelle di terracotta sulle 4 stagioni (più altre due generiche) che adornano magistralmente la parete sud della casa stessa e che sono un unicum artistico ed architettonico nel nostro territorio. Peccato per l'abbandono ed il degrado sempre maggiore in cui versano entrambe le case, ma, delle due, la più grave è la seconda. Tonino Guerra la chiamava "la casa dei pavoni" e oggi dovrebbe essere (almeno una parte) l'abitazione del pittore Poiaghi (autore tra l'altro del dipinto "L'angelo coi baffi" di Pennabilli). Le formelle si stanno disgregando (una è visibilmente compromessa) e sarebbe veramente un crimine vederle sparire per incuria. All'evidenza dei fatti risulta purtroppo inderogabile, ma per certi versi già fuori tempo massimo, un intervento urgente di restauro, che probabilmente dovrebbe essere anche strutturale, sull'intera casa. Aspettare oltre significherà perderla, o infliggerle danni che non saranno più sanabili.

Continuando a camminare, dopo aver raggiunto in leggerezza Ventoso (il ché, dato il dislivello da superare, è tutto dire), più o meno a Borgo Maggiore ha iniziato a scurire. Alla luce dei lampioni, la salita sui gradoni nel bosco fino all'ex convento di Santa Chiara, e poi su ancora fino alla fermata superiore della funivia e da qui, ancora più su fino alla prima torre, è stata migliore del previsto. Con tutti i Km precedenti nelle gambe, ero abbastanza preoccupato, ma poi alla fine è andato tutto benone. Sono arrivato alla prima torre, che è il punto più alto di San Marino, alle ore 17,30.
Era davvero tanto che volevo fare questa "impresa" e pertanto in vetta grande soddisfazione, auto-felicitazioni e foto di rito.
Poi discesa fino alla piazza sotto la Porta San Francesco, per prendere il pullman del ritorno.









Totale 28 Km ca.

venerdì 4 dicembre 2015

Venerdì 4 dicembre 2015: Ponte Verucchio -> Saiano -> Torriana

Alle ore 10 partenza dalla vecchia stazione ferroviaria sulla Santarcangiolese, quella che precede la coeva stazione di Ponte Verucchio della dismessa ferrovia Santarcangelo-Urbino. Ho percorso verso monte, fino a prima dell'attraversamento del fiume Marecchia, il vecchio tracciato della ferrovia, ora pedonale e ciclabile, per proseguire poi rimanendo sempre in sinistra orografica sulla strada di fondovalle fino a Saiano. Quest'ultima strada, che io ricordo quando ancora era sterrata, oggi è veramente bella e l'asfalto trovo che la renda più fruibile, in particolare in alcuni punti ripidi e dissestati che prima erano di difficile percorribilità anche a piedi.
La salita a Saiano su sentiero e non su strada è stato di una bellezza inaspettata. Ad un certo punto si attraversa un posto quasi magico in cui mi son pentito amaramente di non aver portato con me la fotocamera. E' un largo passaggio tra le rocce, dove si fa anche pratica di arrampicata, che è fuori del tempo, nascosto, intimo, prezioso, così diverso dal contesto da risultare quasi irreale. Sarebbe stato perfetto a quel punto arrivare fino al santuario che svetta solitario sullo sperone roccioso sovrastante, per fare il pieno assoluto di bellezza. Ma era proprio l'unico momento della settimana in cui l'ingresso era vietato. Il sentiero scavato nella roccia per salire in vetta è chiuso proprio solo il venerdì fino alle 16.
Sono a questo punto risalito fino alla strada che congiunge Torriana a Montebello. Da ricordare i 3 asinelli in alto che mi guardavano come fossi il loro quarto asino perduto...
Poi, su fino al castello di Torriana e discesa dalla strada panoramica (via Castello) che guarda verso l'Uso. Infine discesa finale da via Torrianese fino a valle sulla Santarcangiolese e ritorno all'auto alle 14 circa.

Totale 15 Km ca.